Lo scorso 30 marzo 2021, con l'amico Orindo Meraldi abbiamo ricordato la figura di G. Gatti, un giovane artificiere di Voghera (PV), che perse la vita il 30 marzo 1945 nelle campagne di Ripaldina, comune di Arena Po (PV), durante le operazioni di bonifica dei terreni dalle bombe a farfalla lanciate da un bimotore A-20 americano la notte tra l'8 e il 9 marzo precedente.
Di questa vicenda ebbi notizia la prima volta diversi anni fa, durante le ricerche per il mio libro "Le micidiali bombe a farfalla sull'Italia", rintracciando la sortita sull'area di Arena Po da parte del 47th Bomb Group.
Anni dopo conobbi Orindo Meraldi e quindi Luigino De Filippi, ex-sindaco di Arena Po e testimone di quel tragico periodo, nonchè dell'episodio suddetto.
Chiaro che quelle molte sortite americane, con sgancio di bombe a farfalla portavano sempre e comunque le stesse drammatiche conseguenze a terra.
Qui di seguito è ricostruito il più occidentale ad oggi noto degli attacchi con questo tipo di ordigni, che coinvolsero per la maggiore il Nord-Est italiano.
I fatti
Alle 02.49 del 9 marzo, l'A-20 n. 9 dell'84th B.S. del 47th B.G. sgancia 4 contenitori da 500 lb di bombe a farfalla in direzione del ponte di barche di Arena Po.
Non era quello il suo obiettivo originario, era infatti destinato ad operare nel Veneto, dove ebbero luogo la gran parte delle operazioni di semina delle bombe a farfalla, tuttavia le difficili condizioni meteorologiche portano l'equipaggio a scegliere un bersaglio d'opportunità per liberarsi comunque del carico.
Sono 360 le piccole bombe a grappolo che, libereratesi dai contenitori scendono verso il suolo. Cadono corte, mancano il bersaglio e si sparpagliano per la maggiore nelle campagne tra Ripaldina ed il Po, in particolare si disperdono per trecento metri nei campi fra la Pradellina-Spiriti Santi-Languri-Stranga.
L'equipaggio americano nota tra 50-75 esplosioni individuali.
La bonifica
A ripulire il terreno dagli ordigni inesplosi, alcuni appositamente a causa della spoletta antidisturbo, altri per inefficienza delle spolette a impatto o ritardate, viene mandato sul posto un ragazzo di Voghera di circa vent'anni, di cui è nota l'iniziale del nome ed il cognome G. Gatti.
Conosciamo i dettagli descritti di seguito grazie alla testimonianza di Luigino De Filippi, sapientemente raccolta da Orindo Meraldi.
Il giovane artificiere vogherese, ospitato presso l'abitazione di Achilli Andrea, proprietario del terreno da bonificare, si mise ben presto al lavoro. Induceva probabilmente lo scoppio delle farfalle agganciandole ad una corda e tirandola da posizione riparata. Quelle che a seguito di sollecitazione non scoppiavano, venivano trascinate assieme con una fune e raccolte in un fosso, dove venivano fatte brillare applicando una piccola carica.
Era un lavoro lungo e rischiosissimo, che necessitava di pazienza, freddezza e coraggio.
Così Luigino De Filippi, all'epoca quattordicenne, ricorda il momento fatale della morte del giovane vogherese.
"Ricordo di aver sentito prima una piccola esplosione e poi una più forte. La carica di innesco era esplosa, ma non aveva fatto brillare il gruppetto di bombe che aveva raccolto e disininnescato. Attese qualche attimo poi uscì dal fosso, dove si era riparato per sottrarsi alle schegge seguenti all'esplosione. Purtoppo per lui le farfalle scoppiano con alcuni secondi di ritardo, cogliendolo in piedi mentre si avvicinava per mettere un nuovo innesco. Cadde colpito da una scheggiata ad un fianco che lo passò dal basso verso l'alto. Venne trovato dopo alcune ore dal proprietario dei campi [Achilli Andrea], non vedendolo ritornare a ritirare il suo bagaglio personale che gli aveva lasciato in custodia a casa sua, quel pomeriggio doveva fare ritorno a casa per la Pasqua. Molto probabilmente è morto per dissanguamento."
G. Gatti morì il Venerdì Santo al mattino, poco prima di prendere il treno che lo avrebbe riportato a Voghera, per trascorrere la Pasqua coi suoi cari.
Il ricordo
Non dobbiamo dimenticare chi si prodigò nell'opera di bonifica bellica, mettendo sempre a repentaglio la propria vita per il benessere presente e futuro di tutti i cittadini.
Con questo messaggio voglio ricordare la figura di G. Gatti in qualità di referente per la Lombardia dell'Associazione culturale Lamba Doria, auspicando che presto, quando la situazione sanitaria lo permetterà, si possa commenorare adeguatamente il suo sacrificio, nel luogo della morte così come nella città natale.
Sebastiano Parisi, referente per la Lombardia dell'Associazione culturale Lamba Doria
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